PROBLEMI DI UDITO?
COME RISORVERLI?
COME CURARE LA SORDITA'
A cura del Prof. Michele De Benedetto
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Prof. Michele De Benedetto
Otorinolaringoiatra
via Zanardelli 4, Lecce
IPOACUSIA
Cos'è?
Per ipoacusia si intende la riduzione della capacità di percezione dei suoni,parole, intere frasi (soprattutto se gli interlocutori sono diversi ed in presenza di un rumore di fondo).
Come tutti i deficit sensoriali, l'ipoacusia riveste un'importanza fondamentale nel determinismo di diverse conseguenze, dal decadimento cognitivo dell'anziano, alla difficoltà nelle attività lavorative, alla sicurezza nel lavoro nonché durante la guida di autoveicoli.
Quali sono i primi sintomi dell'ipocausia?
Con il passare degli anni, ogni essere umano va incontro ad un deterioramento delle capacità interattive con l'ambiente, sia per cause naturali (invecchiamento cellulare) sia per cause patologiche. Anche l'apparato uditivo va incontro, naturalmente, con il passare degli anni a fenomeni di invecchiamento, e per questo iniziano i primi segni e i primi sintomi del deficit dell'udito.
Nello specifico si presenteranno piccole ma importanti difficoltà nella normale vita di relazione, dovute ad una riduzione dell'udito e questo non deve essere sottovalutato ma rappresentare uno stimolo ad effettuare degli esami specialistici per diagnosticare precocemente eventuali deficit. Aspettare che i segnali iniziali diventino più evidenti può, in alcuni casi, rendere più difficile la successiva soluzione del problema.
I segni da non sottovalutare sono rappresentati spesso da: sentire ma non comprendere il senso di un discorso, necessità di aumentare anche in maniera spropositata il volume del televisore, del cellulare o della radio, necessità di far ripetere intere frasi all'interlocutore, tendenza all'isolamento per senso di frustrazione di “non comprendere come un tempo”. Si tratta di situazioni che non devono essere sottovalutate né considerate motivo di vergogna.
IPOACUSIA LEGATA ALL'ETÀ:
PRESBIACUSIA
Ognuno di noi alla nascita dispone di un certo numero di cellule neurosensoriali, altamente specializzate, situate nell’orecchio interno importantissime perché è grazie a loro che possiamo sentire, purtroppo non sono rinnovabili per cui con il passare degli anni progressivamente si esauriscono dando luogo ad una graduale perdita dell’udito. Anche il Sistema Nervoso Centrale nasce e cresce con l'individuo, e va inevitabilmente incontro a processi di “perdita neuronale” con il passare degli anni e questo si ripercuote anche a livello della comprensione del messaggio acustico (…sento meno e non riesco a capire le parole…). Questo graduale invecchiamento giustifica l’insorgere di una progressiva perdita dell’udito , anche in assenza di specifiche patologie ma correlata all’età, denominata “ Presbiacusia” .
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QUANDO E' NECESSARIO RICORRERE ALL'USO DI UNA PROTESI ACUSTICA?
CHI DEVE SUGGERIRNE L'UTILIZZO?
Un errore gravissimo che il paziente deve evitare di compiere è di considerare la protesi come un gadget da utilizzare solo sulla base di spot pubblicitari ritenendo che basta indossare la protesi per ottenere i risultati sperati.
Spetta al medico otorinolaringoiatra / audiologo diagnosticare il deficit uditivo del paziente e soprattutto identificarne la causa. Inoltre ha la responsabilità di guidare correttamente il paziente verso la consapevolezza del proprio deficit, fornendo spiegazioni semplici e comprensibili circa l'evoluzione dello stesso e le possibili strategie terapeutiche. Quando l'indicazione terapeutica si indirizza verso la protesizzazione acustica, sarà compito del Medico Specialista Otorinolaringoiatra / Audiologo procedere alla prescrizione della protesi dando, ove necessario, opportune indicazioni all'Audioprotesista che dovrà provvedere a sua volta alla personalizzazione e adattamento.
Correggere un deficit uditivo è un obiettivo che bisogna sempre perseguire: una perdita anche parziale dell'udito infatti richiede sempre per il paziente uno sforzo maggiore nell'ascolto, una sorta di affaticamento mentale, per cercare di comprendere quello che si percepisce con difficoltà. E' per questo motivo che molto spesso col passare del tempo, il paziente tende all'isolamento sociale a causa delle difficoltà comunicative.



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LA SORDITÀ IMPROVVISA
La sordità improvvisa è dovuta ad un danno a carico delle cellule neurosensoriali dell'orecchio interno sorto improvvisoriamente. Di solito è unilaterale ed in alcuni casi è accompagnato da acufeni (rumori nell'orecchio) o da vertigini. Tale deficit rappresenta un'urgenza in otorinolaringoiatria e necessita di una diagnosi il più precoce possibile. Il primo esame da effettuare è un esame audio-impedenzometrico. Sulla base di quanto evidenziato da questo esame si potrà procedere ad ulteriori approfondimenti strumentali.
Le cause possono essere molteplici: traumatica, autoimmune, virale, vascolare, neurologica, neoplastica. Talvolta è idiopatica (ovvero senza una causa riconoscibile) e la risoluzione spontanea.
Tuttavia, più velocemente si giunge ad una diagnosi, più precocemente si inizierà una terapia adeguata.
DANNI UDITIVI DA
ESPOSIZIONE AL RUMORE
Traumi acustici
La realtà industriale espone in maniera sempre crescente il nostro organismo a sollecitazioni importanti. A subirne maggiormente le conseguenze è il sistema uditivo.
Sebbene quest'ultimo possieda dei meccanismi di difesa sofisticati, è pur sempre un sistema delicato e in qualche modo fragile dunque esposto a veri e propri “ traumi acustici “. Nel tempo, infatti, i soggetti esposti a rumori intensi o costanti per cause lavorative subiscono un deterioramento della capacità uditiva talvolta precoce o in alcuni casi improvvisa e irreversibile, definita ache “ipoacusia improvvisa”.
Occorre difendersi dall'inquinamento acustico evitando le fonti di rumore o proteggendosi da queste .
E' fondamentale l'esecuzione di controlli audiologici periodici per valutare l'eventuale evoluzione di una ipoacusia al fine di attuare i rimedi possibili per impedirne il peggioramento.
OTOSCLEROSI
Tra le cause più comuni di perdita uditiva si riconosce, nella razza caucasica, l'otosclerosi.
Si tratta di una malattia dell'orecchio, nello specifico della componente ossea dello stesso, caratterizzata da un disordine tra la formazione di osso ed il suo riassorbimento.
Tale fenomeno determina una progressiva ossificazione delle strutture dell'orecchio interno e, dunque, una loro ipomobilità e nei casi più gravi la totale assenza di movimento.
E' certamente una patologia complessa, che può essere riconosciuta anche precocemente con uno studio specialistico otorinolaringoiatrico clinico e strumentale mediante esame audioimpedenzometrico supportato dall'immagine ( TC delle rocche petrose).
Ove esistano particolari condizioni si può ricorrere a interventi di microchirurgia che possono determinare il recupero spesso totale dell'udito, sostituendo l'ultimo ossicino, la staffa (ormai ossificata) con una protesi capace di trasmettere l'onda sonora all'orecchio interno.
I pazienti che non accettano gli interventi chirurgici, o i soggetti ai quali non è possibile effettuarli, possono trovare in una corretta protesizzazione acustica la soluzione al deficit uditivo. Il risultato ottenuto sarà tanto migliore quanto più accurata sarà stata la personalizzazione e l'adattamento della protesi ottenibile rivolgendosi a pofessionisti esperti.
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